=

Traduci

Cerca nel blog

Curriculum Di Maio: parliamoci chiaro


Luigi Di Maio. Classe 1986. Nel 2013 entra in Parlamento a 26 anni con un movimento di cittadini in rete, motivo per cui sospende gli studi universitari di giurisprudenza (matematicamente fuori corso visto che aveva già cambiato facoltà) per dedicarsi completamente al suo nuovo incarico parlamentare. Se non lo avesse fatto sarebbe stato un pezzente come tanti parlamentari professionisti che vanno in Parlamento per il gettone di presenza per poi farsi i propri comodi (tipo laurearsi sulla rendita di un ruolo istituzionale?). Risulta oggi il più giovane Vicepresidente della Camera della Storia d'Italia, ha rinunciato come ogni altro parlamentare M5S a qualche centinaio di migliaia di euro a favore di Piccole Medie Imprese, nonché vitalizi e privilegi, e oggi a 31 anni tiene testa a dinosauri della politica come candidato premier 2018 per lo stesso movimento di cittadini che lo ha eletto cinque anni prima (in effetti essere eletti e non cambiare partito in Italia può scandalizzare).
Dichiarazione dei redditi pari a zero prima di entrare in parlamento, esattamente come la maggioranza dei suoi coetanei italiani (figli di “papi” esclusi) a causa di becere politiche decennali (dei “papi” di turno) che hanno creato disoccupazione, disagio sociale, depressione famigliare, e collasso della neonatalità (italiana).

Dev'essere una nuova sindrome questa che sta emergendo di prendere per il culo una generazione che ha imparato a dare 1 con opportunità pari a ZERO, a differenza della generazione precedente che si sente eroica per aver dato 10 crescendo tra 1000 opportunità.



Politiche 2018: l'investitura UE di Berlusconi alle porte

24 gennaio 2018

Era il 20 agosto 2017 quando sul suo blog Beppe Grillo aveva anticipato il teatrino odierno Berlusconi-UE-Salvini.
Oggi l'unica evoluzione dei dettagli è che ad esser maliziosi Berlusconi sembra andato a Bruxelles per promettere di non sforare il 3% quasi come pegno in cambio dell'assoluzione da Strasburgo sulla sua candidabilità. Ma ammesso che in UE gli credano, non si è reso conto che in Italia nel frattempo il suo alleato numero uno lo ha ridicolizzato definendola una promessa futile. Questo gesto dimostra due cose, una scontata da far ridere l'altra scontata da far piangere. La prima è la considerazione che Berlusconi ha per la propria leadership rispetto alla considerazione che ha per i propri alleati. La seconda è che per essere eletti in Italia il 4 marzo pare conti di più un' "investitura" UE che non la credibilità davanti al popolo italiano.
Ora alla prima pagliacciata siamo abituati... ma dovremmo ora abituarci alla seconda indignazione?

#INDIGNAMOCI
#VotiamoliVia #Italia5stelle