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Project financing in sanità? Spettacolo assicurato!


11 dicembre 2017

Ecco a cosa arriva a fare il project financing (ossia la politica inchinata alla finanza attraverso la logica delle partecipate) quando inghiotte la sanità. Cosa significa il project financing in sanità? .

Significa che gli ospedali di 3-4-5 comuni vengono accorpati in un unico ospedale mettendo in ginocchio ogni forma di assistenza sanitaria territoriale.

Significa che quell'ospedale sarà costruito interamente nuovo con capitali pubblici e privati, dove però i privati potranno speculare chiedendo la restituzione del denaro investito con interessi, ma non solo.

Significa che quegli interessi devono saltar fuori anche dai ticket dei cittadini, ma il rischio è alto, perché magari disgraziatamente i cittadini non si curano; vuoi perché ridotti al lastrico dalla politica stessa, o magari semplicemente...purtroppo stanno bene! e non si ammalano neppure con ferree politiche a favore dell'inquinamento! Allora se il rischio è alto il project financing in sanità significa anche che i privati possano investire in esercizi commerciali e pubblicità all'interno del nuovo centro ospedaliero, che sarà perciò appositamente progettato e costruito come un centro commerciale, o perché no, un palasport!

Insomma grazie al project financing ammalati e famigliari hanno un ospedale lontano decine di chilometri da casa da raggiungere come se fosse un multisala, o un centro commerciale, o uno stadio. Non conta più nulla essere condannati a malattie croniche, non conta più nulla essere appesi tra la vita e la morte, non conta più nulla perdere un organo, non conta più nulla entrarci vivi ed uscirci morti.

Project financig in sanità significa che il dolore, la malattia, la morte, devono essere annichilite (trasformate in nulla) iniettando nella mente di ammalati e parenti persino spettacoli folkloristici. Andare all'ospedale deve diventare un esercizio pratico di depressione e apatia attraverso la somministrazione di business e consumo, come in una endovena mentalelenta e subliminale, verso il coma spirituale.

Concludo l'amara riflessione di questo post con un aneddoto personale che ne vuole suggerire sul tema un'altra ancora più amara. Al terzo anno di università alla facoltà di medicina veterinaria durante la prima lezione in aula necroscopica, ossia dove si eseguono autopsie su cadaveri animali, il professore di anatomia veterinaria (un luminare che scriveva testi universitari di neuroanatomia umana per capirci) avvisò: "Presto farà caldo perché siamo nella bella stagione. Nessuno deve permettersi di venire a lezione con calzoni corti al ginocchio o gonne corte sotto il camice, altrimenti starà fuori dall'aula o in tribuna. Questo non per fare un piacere a me, ma per dovuto rispetto alla morte."
Altri tempi? Senz'altro, era il 2003. Ma cosa ne sarà di queste lezioni magistrali di etica medica quando in finincing projecting saranno costruite le Università?


Concerto natalizio presso l'atrio dell'Ospedale Madre Teresa di Calcutta
Monselice (Schiavonia) Padova