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Profughi e Isis per far #votareallacazzodicane

18 settembre 2015

Questo esodo di centinaia di migliaia di persone (ne era in programma un milione già nel 2011 in base alla soffiata alla stampa italiana di Berlusconi, invitato dopo poco dai vertici UE a dare le dimissioni) è ormai agli atti ufficiali che sia stato programmato per una mera richiesta della domanda-offerta del mondo del lavoro in Europa (oggi colonia USA, la Storia a volte inverte i ruoli). 

Europa-USA che dovrà esser pronta alla competizione con la "nuova" Cina (quella dei BRICS che hanno da poco inaugurato una specie di proprio "fondo monetario").

Ma non può essere questo un processo isolato. Perchè rischia di essere compreso, affrontato e arginato dai cittadini, dagli "elettori".

Allora è comparsa anche un' ISIS foraggiata dalla US-Army, pronta a viaggiare sul binario parallelo della tensione militare internazionale tra USA e Russia (regina dei BRICS). E sono queste situazioni innanzitutto che fanno mettere in secondo piano, ai cittadini, l'esigenza di andare a votare.

In pratica, le multinazionali non hanno solo "investito" su un esodo di massa per far fronte alla competizione sul mondo del lavoro (sempre più automatizzato). No. Hanno ben pensato con i loro governi di gettare solide basi per sostituire una intera classe di consumatori (quella occidentale) ormai poco redditizia e troppo emancipata verso la green-economy, con una classe di consumatori (quella dei profughi) mossa da ingenti bisogni primari, vera linfa vitale del consumismo.

Infatti se mai venisse il momento di votare e in ballo ci fossero solo ore di lavoro e pensioni, si farebbe presto a ragionare per la meglio. 
Ma se in ballo ci sono dei cacciabombardieri contro dei tagliatesta, allora è certo non ragionare proprio, e #VotareAllaCazzoDiCane.
Come ormai siamo abituati, da sempre, in Italia.