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La curva di Gauss e il crimine della pedofilia


Si premette che leggere questo post senza prima aver approfondito l'analisi di La curva di Gauss. Ossia cosa è normale in natura e cosa no , può non far comprenderne il contenuto.


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Facciamo innanzitutto luce sulla definizione di pedofilia (fonte Wikipedia):

 << In ambito psichiatrico la pedofilia è catalogata nel gruppo delle parafilie, ovvero tra i disturbi del desiderio sessuale, e consiste nella preferenza erotica da parte di un soggetto giunto alla maturità genitale per soggetti che invece non lo sono ancora, cioè in età pre-puberale.  
La psichiatria e la criminologia distinguono i pedofili dai child molester (molestatori o persone che abusano di bambini); le due categorie non sono sempre coincidenti. [...] Vi sono soggetti pedofili che non attuano condotte illecite, come si hanno casi di abusi su bambini compiuti da individui non affetti da pedofilia. >>

Sottolineiamo allora innanzitutto che non è reato essere pedofili bensì esercitare atti pedofili.
Il pedofilo che si trattiene con autocontrollo o con l'aiuto sanitario dall'esercizio della sua perversione sessuale, è una persona cui va il massimo rispetto.

Prima di addentrarci in un'analisi etica circa la natura di questa deviazione, è doveroso distinguere anche un'ulteriore definizionela pederastia.
Questo perchè in maniera assai pressapochista spesso la pedofilia è associata in modo traviato proprio alla pederastia dell'antichità, lasciando talora trasparire un esecrabile tentativo intellettuale di giustificare una o l'altra.
Definiamo allora anche la pederastia per poi comprenderla nelle analisi:
Gli antichi greci (fonte Wikipedia)  In accordo con quanto afferma Platone nel suo dialogo filosofico intitolato Fedro la pederastia era tra i Greci un rapporto sentimentale, uno strettissimo legame emotivo che poteva essere sia sessuale sia vissuto in castità (amore platonico) tra un ragazzo e un uomo adulto esterno al proprio gruppo familiare d'origine. Platone si dimostra critico nei confronti dei rapporti sessuali all'interno di una relazione pederastica, proponendo invece che l'amore degli uomini per i ragazzi eviti ogni espressione carnale per passare invece all'ammirazione reciproca delle specifiche virtù interiori (che portano poi all'amore per la virtù stessa nel suo senso più astratto e generale); mentre il mero atto sessuale con i ragazzi è stato spesso criticato e considerato troppo brutale e finanche vergognoso. Altri aspetti del rapporto sono stati invece considerati positivi, come indicato anche nel proverbio: "Un amante è il miglior amico che un ragazzo potrà mai avere". 
Gli antichi romani (fonte Wikipedia Nell'Antica Roma le relazioni tra un uomo adulto e un maschio adolescente hanno preso una strada più informale e molto meno "socialmente ritualizzata" rispetto ai Greci, in quanto l'uomo poteva approfittare della posizione sociale dominante che aveva per richiedere favori sessuali a giovani suoi sottoposti inferiori nello status sociale d'appartenenza, o anche esercitando relazioni illecite (di prostituzione) con ragazzi nati liberi, cioè cittadini romani non schiavi. 

La pederastia quindi è un fenomeno sociale dell'antichità che nella società occidentale moderna non trova corrispondenti. Ma se il significato che aveva per gli Antichi Greci in linea di massima lo si può identificare con la connaturale passione delle vecchie generazioni verso l'istruzione delle generazioni più giovani, per gli Antichi Romani essa assume connotati sessuali riconducibili a una vera e propria forma di pedofilia nonchè di child molester in seno alla schiavitù romana (assai differente tra l'altro dalla schiavitù greca).
L'Antica Roma era una società fondata su principi e valori militari. Dove vigeva il diritto della violenza del più forte sul più debole. Del vincitore sul vinto. Del padrone sullo schiavo.
Poco c'è da stupirsi quindi sulla normalità di tale pratica sessuale in quel tipo di società dove è considerata legittima la perversione della violenza in sè. Come nell'Antica Roma.



Analizziamo invece perchè la pedofilia 
osservata da un punto di vista gaussiano sia da considerare perversione sessuale patologica e quindi anti-evolutiva.

Preciso che lo scopo di questa disamina non è giudicare un atteggiamento in virtù del "senso comune" o del suo "valore legale". La legittimazione stessa di un comportamento è riflesso del senso comune e abbiamo già constatato nella
 differenza tra pedofilia e pederastia che tale legittimazione è relativa a spazi e tempi nelle società umane.

Questa disamina usa invece come strumento la curva di Gauss per giudicare la pedofilia dal punto di vista biologico: unico punto di riferimento assoluto e non relativo per l'evoluzione naturale dell'essere umano. 


L'attrazione sessuale violenta (child molester) o non violenta (pedofilia in senso stretto) di soggetti sessualmente maturi verso soggetti pre-puberi è un'istinto patologico del desiderio sessuale.
Se considerato fenomeno naturale può esserlo solo nel semplice senso che "in natura accade". Non nel senso che è normale il suo verificarsi. Vediamo perchè.

Una ipotetica società normalmente sana dal punto di vista sessuale, ossia dove gli individui non soffrono disturbi di pulsione sessuale, gli individui maturi vivono una sana e normale attrazione verso altri individui maturi. Questo perchè si osserva che la natura medesima ha ideato l'esistenza suddivisa per fasi di sviluppo.
La fase prepubere non è collaudata psico-fisicamente a vivere il rapporto sessuale poichè gli organi preposti a vivere la sessualità non sono appunto maturi. E per la precisione:

1- le strutture cerebrali neuroendocrine (ipofisi e ipotalamo)
2- gli apparati riproduttivi (gonadi, ma anche sistemi cardiocircolatorio e polmonare)
3- una forma mentis sviluppata in modo idoneo per la relazione sessuale

Dette strutture se stimolate ad esercitare una funzione che ancora non sono in grado di sopportare inevitabilmente subiscono un danno. Sotto una o più prospettive menzionate: neuroendocrina (cerebrale), gonadica, psicologica.
Sarebbe come mettere in forno ingredienti per fare il pane ancora da impastare. O far passare trasporti pesanti sopra un ponte non ancora cementificato. O rotolare la tela di un dipinto appena terminato.
Il disastro parziale o totale è inevitabile ed evidentemente irreversibile. 


L'esercizio della pedofilia è
 un crimine perchè a priori è esercizio privo della libertà di scelta da parte della vittima; infatti costringe a un atto per cui vi è inabilità di intendere e volere. L'esercizio della pedofilia si può ritenere a tutti gli effetti pure una tortura, perchè forzando una naturale inabilità, si lede il meccanismo fisiologico del suo innesco. 

La pubertà non ha un solo grilletto che la fa scattare. E' indotta da circostanze genetiche e ambientali multifattoriali. La pubertà è una fase di maturazione sessuale psicofisica delicatissima che impiega non mesi ma anni per essere portata a termine in modo equilibrato.
Quindi lo stimolo indotto anche da un solo approccio pedofilo, s
ia esso amorevole sia esso violentotravolge e sconvolge in modo traumatico lo sviluppo sessuale di un individuo.


E' risaputo per di più che chi ha subito questo tipo di trauma, qualora non risolto come conflitto interiore, può essere indotto a commettere una volta adulto (ma non maturo) la stessa pratica verso soggetti non adulti (non maturi).



Considerato ciò, analizzeremo ora aspetti importantissimi della distribuzione gaussiana di un fenomeno patologico. E capiremo quanto delicato sia il fronte dell'evoluzione qualora lo si disequilibri, non arginando i fenomeni patologici ma addirittura trattandoli per norma.



In una società normalmente sana dal punto di vista sessuale, vi è una percentuale naturale eccezionale (ossia "estrema" in senso gaussiano) di pedofili.
Perchè è naturale che ci sia pulsione violenta negli individui, ed è naturale che in alcuni possa avere esiti in patologie sessuali. Magari per predisposizione genetica, o magari per fattori ambientali sociali.



Ebbene bisogna assolutamente tenere conto che ciò in natura, anche nella società più sessualmente sana immaginabile, è un'eccezione (e in quanto tale arginabile e controllabile).
L'evidenza evolutiva è questa: se così non fosse, quella società sarebbe estinta.

L'evoluzione stessa della natura seleziona una determinata situazione rispetto a un'altra. Se l'evoluzione naturale ha voluto che nella norma gli individui sviluppassero la sessualità per fasi, ebbene qualunque individuo che non rispetta tali fasi è in contrasto con l'evoluzione stessa. E' un ostacolo ad essa. E' patologico.

Un pedofilo tra l'altro non sopravvivrebbe infatti neppure al "senso comune", che istintivamente (spirito di sopravvivenza) è spinto a "farlo fuori".
E questo è evolutivamente ovvio: se così non fosse replicherebbe la sua patologia nelle sue vittime.

Ed è esattamente invece ciò che avviene nella nostra sessualmente insana società occidentale moderna. Dove il perbenismo, le correnti religiose, la pornografia di massa 
mal-educata , nonchè il lassismo premeditato della giurisprudenza, hanno creato l'imbarazzante e scioccante situazione odierna.
Dove il reato di pedofilia e child molester da parte delle Istituzioni è sempre più tollerato (ddl Omofobia) a fronte di una sua diffusione sociale e clinica sempre più allarmante. Tale da paventare di divenire progressivamente la norma come nelle antiche società fondate sulla violenza e la schiavitù. Come nell'Antica Roma.

L'esercizio della pedofilia è un crimine contro la persona
a tutti gli effetti.
Ma da parte di chi non è pedofilo, far passare per "naturale" un atteggiamento patologico (eccezionale) e non attuare ogni più ferma strategia per contenerlo mettendo a rischio l'evoluzione sessuale di una intera società, è ancora peggio: è un crimine contro l'umanità.


Si ribadisce nuovamente che non è reato essere pedofili ma fare i pedofili. E si rimarca che trattandosi di un disturbo sessuale d'eccezione in una normalmente sana società, sarebbe perfino assai semplice confinarlo e controllarlo.